29 Ottobre 2018

Sulla strage di Pittsburgh

Sulla strage di Pittsburgh
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La strage di Pittsburgh. Veglia notturna dopo la strage

L’orrore per la strage di Pittsburgh dilaga. Le undici vittime della follia assassina di Robert Bowers arrivano dopo i pacchi bomba elettorali inviati da Cesar Sayoc ad alcuni esponenti del partito democratico e a personalità vicine a quel partito, che per alcuni giorni aveva tenuto l’America con il fiato sospeso.

La strage di Pittsburgh e altro

La strage in sinagoga è arrivata subito dopo l’arresto di Sayoc, con l’effetto di rilanciare la tensione che, almeno per un giorno, era scemata.

Episodi che possono essere collegati a un altro crimine. Giovedì un altro folle, tal Gregory Bush, ha prima tentato di entrare nella First Baptist Church di Jeffersontown, in California, ma non riuscendo a superare le misure di sicurezza si è allontanato, per poi sparare in un supermercato uccidendo due persone di colore a lui ignote.

Un bilancio che poteva essere ben peggiore se fosse riuscito a entrare nella chiesa, come avvenne a Charleston nel 2005, quando un pazzo uccise 9 persone nella Emanuel African Methodist Episcopal Church.

Giorni di terrore, quindi, per gli Usa. Prima diretto contro i democratici, poi contro le minoranze. Dove la strage di Pittsburgh, ovviamente, ha una rilevanza primaria. Non solo per il numero di morti, ma anche perché rievoca il mostro dell’antisemitismo in tutta la sua tragicità.

Le elezioni di midterm

Una serie di crimini che avrà un peso alle elezioni di midterm che si terranno il 5 novembre, almeno a stare a quanto scrivono i giornali americani. Elezioni importanti, anzi cruciali, come abbiamo accennato in altra nota.

Se prima di questi tragici episodi i democratici erano sicuramente perdenti, ora tutto è cambiato e le urne potrebbero dare un responso diverso. Non vogliamo indulgere in dietrologie. Ci limitiamo a registrare fatti e conseguenze.

Il Terrore, dunque, si abbatte sulla campagna elettorale di Trump, minandola nel profondo.

Certo, il tycoon prestato alla politica non è un campione del multiculturalismo e della convivenza (parola che preferiamo alla più spocchiosa “tolleranza”), ma additarlo come mallevadore di tali crimini, come stanno facendo tanti media a lui avversi, è alquanto semplicistico.

Se così fosse, i crimini di odio sarebbero dilagati in questi due anni senza soluzione di continuità. Invece stanno giungendo al parossismo in prossimità delle elezioni. Se ci fosse una regia dietro tali orrori, e ad oggi non si vede, non sarebbe certo a favore del parruccone della Casa Bianca.

Questi era riuscito a schivare le critiche per le stragi successive alla sua elezione, dalla strage di Orlando (sempre la Florida…) del giugno 2016 a quella più grave di Las Vegas dell’ottobre 2017.

Allora a far strage erano stati, secondo le autorità Usa, i macellai dell’Isis. E per Trump fu facile respingere le critiche al mittente, addossando la responsabilità alle pregresse politiche di contrasto al Califfato.

Contro i crimini dei suprematisti bianchi non è così. Si tratta di ambiti del suo giardino di casa, infiltrati da pulsioni criminali mai represse, neanche quando al potere c’erano i democratici.

È il rovescio della medaglia della difesa illimitata della libertà del cittadino garantita dalle istituzioni americane, dove anche un partito nazista ha libertà di espressione e di manovra. Se tale disposizione si sposa poi con un’altrettanto illimitata circolazione delle armi si realizza quella miscela esplosiva che da anni tormenta l’America.

Ma al di là delle analisi, che lasciano il tempo che trovano, resta l’orrore per quanto accaduto sabato scorso, peraltro giorno di festività per l’ebraismo, particolare che accentua la natura satanista del delitto.

Quel satanismo che accomuna la religione suprematista a quella dell’Isis, ambedue votate alla follia e al Terrore.

Un orrendo crimine che purtroppo rischia di essere solo una tappa di un percorso che da qui al 5 novembre potrebbe riservare altre amare sorprese. Vedremo.

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