9 Maggio 2024

Ucraina: scongiurare gli stivali a terra della Nato

L'ultimatum della Russia, che ha accennato all'uso di armi nucleari nel caso di un dispiegamento di forze NATO. Per gli Usa l'ucraina può diventare "marginale".
Ucraina: scongiurare gli stivali a terra della Nato
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Nel prossimo vertice Nato si formalizzerà che l’Alleanza non poserà nessuno “stivale a terra” sul suolo ucraino. Notizia preannunciata dal Corriere della Sera e rilanciata da diversi media (l’esito sarà quello di bruciare la possibilità?).

Tra i tanti a rilanciarla, anche Strana, che commenta così: “L’Alleanza aveva affermato più volte che non sarebbe intervenuta in Ucraina. Se ciò verrà formalizzato, tale approccio renderà molto problematiche le posizioni di quei paesi che, come la Francia, non hanno escluso l’invio di truppe”.

Il monito della Russia

“È interessante notare  – prosegue Strana – che le informazioni sulla preparazione di una dichiarazione ufficiale della NATO sulla non partecipazione delle sue truppe alla guerra ucraina sono apparse subito dopo il chiaro ultimatum della Federazione Russa, che ha accennato all’uso di armi nucleari nel caso di un dispiegamento di forze NATO”.

Un monito, si può aggiungere, giunto in parallelo a quello, più prosaico ma non meno incisivo, indirizzato a Londra e Parigi, sul fatto che la Russia avrebbe reagito al placet britannico all’uso delle proprie armi contro obiettivi russi da parte dell’Ucraina e all’invio di truppe transalpine sul campo di battaglia. Con specifica significativa: la reazione russa non si sarebbe limitata al solo territorio ucraino.

Al di là dell’inciso, e per tornare alla formalizzazione di cui sopra, Strana prosegue: “Teoricamente, tale dichiarazione non impedirà ai paesi NATO di inviare truppe in via unilaterale. Tuttavia, in tal caso, si porrà il problema se gli altri Paesi Alleanza siano obbligati a prestare loro soccorso se la Federazione Russa attaccasse il loro territorio”.

“Pertanto, se nella dichiarazione di giugno l’Alleanza formalizzerà la clausola riguardante gli ‘stivali’ , invierà un messaggio forte a Macron e agli altri paesi, come ad esempio la Lituania, che sostengono [l’intervento diretto], sul fatto che i più autorevoli paesi della NATO non supportano azioni militari”.

Sarebbe un sussulto di ragionevolezza, che però stride con la posa muscolare di David Cameron, che ha ammonito l’Occidente a imparare dalla lezione ucraina che la debolezza non paga, sollecitandolo a un approccio “più duro in un mondo più duro“.

David Cameron: west has not learned lesson of Ukraine and must get tougher

Posa muscolare niente affatto nuova quella del ministro degli Esteri britannico, essendo egli il gemello Tory del laburista Tony Blair, che tanti lutti addusse agli iracheni e al mondo intero.

Per l’Impero, l’Ucraina adesso è tema marginale

Di interesse, anche un altro passaggio dell’articolo di Strana citato: “In precedenza, Politico aveva scritto che Biden e il suo team avevano iniziato un’opera di ‘attenuazione’ della questione ucraina negli Stati Uniti. Infatti, stanno cercando di spingere il tema ai margini [del dibattito politico-mediatico] per usarlo solo per attaccare Trump (accusandolo di essere un ‘sostenitore di Putin’ e che ‘si arrenderà alla Russia’)”.

La guerra va male, meglio non parlarne, altrimenti l’amministrazione Usa sarebbe associata alla débacle nei mesi elettorali… resta, però, che Biden non può arrivare alle presidenziali con una secca sconfitta sul fronte ucraino. Per questo, e altro, è necessario che la macelleria ucraina continui il suo corso. E per questo era tanto importante inviare nuovi aiuti, nella speranza che servano a rallentare la disfatta di Kiev (almeno fino alle elezioni, poi si vedrà).

Ma il futuro potrebbe riservare ugualmente sorprese. I russi hanno sfondato e le forze ucraine rischiano di essere accerchiate. Lo spettacolo di intere brigate o battaglioni che si arrendono potrebbe risultare fatale a Biden e soci. Putin potrebbe usare quest’arma per trattare: un freno alle operazioni in cambio di un passo formale che faccia cessare le pulsioni suicide che serpeggiano in Occidente.

L’Impero e la realtà

Al di là dell’ipotesi di cui sopra, resta che la guerra intrapresa da mezzo mondo contro la Russia non è stata persa solo per i ritardi, le incertezze e il poco impegno dei Paesi che hanno sostenuto l’Ucraina, come da dichiarazioni ufficiali.

Ma perché le forze russe hanno avuto un approccio realista al conflitto, che ha avuto la meglio sull’approccio surreale dei guerrieri da salotto occidentali, fedeli alla massima esplicitata da Karl Rove che vuole che l’Impero possa forgiare la realtà a suo piacimento.

Alcuni piccoli esempi. All’inizio della guerra fu magnificata Starlink, la rete di satelliti che avrebbe consegnato un vantaggio decisivo a KIev. Dalla Reuters del 15 febbraio scorso: “La Russia utilizza migliaia di terminali SpaceX Starlink in Ucraina”…

Russia using thousands of SpaceX Starlink terminals in Ukraine, WSJ says

Ancora, la macchina bellica ucraina, potendosi giovare della sofisticata tecnologia Nato, avrebbe fatto sfracelli delle forze russe. Dall’articolo di Strana succitato: “I droni da ricognizione russi hanno imparato a superare il sistema di guerra elettronica ucraino e stanno penetrando in massa nelle retrovie delle forze armate ucraine a una distanza compresa tra 30 e 100 chilometri”…

Infine, prima o poi, con scadenze sempre ritardate, dovrebbero arrivare a Kiev gli F-16 Nato. Notizia dal sito Avia-pro di oggi: “Sono stati effettuati attacchi su un aeroporto ucraino preparato per i primi F-16”. L’aeroporto in questione si trova a Stryi, dove “si prevede che sarà schierato il primo squadrone di caccia F-16 dell’aeronautica ucraina”..

Strikes were carried out on a Ukrainian airfield prepared for the first F-16s Подробнее на: https://avia-pro.net/news/udary-naneseny-po-aerodromu-ukrainy-podgotovlennomu-dlya-pervyh-f-16

La lezione ucraina

Si potrebbe continuare, ma ci fermiamo qui per tornare a Cameron. Se una cosa deve imparare l’Occidente dalla lezione ucraina è che la realtà ha il vizio di essere altro dalla fantasia partorita dal delirio di onnipotenza che ha pervaso l’impero nel post-89. Un delirio sintetizzato dalla massima di Rove, che ha come corollario necessario che l’impero sia guidato dalla Forza.

La nuova realtà globale, infatti, conforme ai disegni dell’impero, sarebbe stata modellata grazie alla Forza, da cui la follia delle guerre infinite. La guerra Ucraina ha insegnato che la realtà, invece, impone limiti, sia ai deliri dell’impero che all’uso della Forza.

La prospettiva elaborata da Cameron è esattamente opposta. Il problema dell’Occidente è che gran parte delle sue élite, consegnate alla patologia di cui sopra, difficilmente ne usciranno.

Ed è questo il problema attuale del mondo, la criticità che sta affaticando ulteriormente questo lungo periodo di transizione verso un ordine altro dall’infausto unipolarismo pregresso.

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