25 Ottobre 2023

Washington Post: Hamas non è l'Isis

Il nichilismo dell'Isis e il nazionalismo islamista di Hamas. "Hamas si nutre della disperazione generata dall'occupazione". I pellegrinaggi a Kiev e Tel Aviv
Titoli del Washington Post e Haaretz su Hamas
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Hamas come l’Isis: il paragone è stato fatto per la prima da Netanyahu all’indomani della strage del 7 ottobre. Lo ricorda Ishaan Tharoor sul Washington Post, in un articolo dal titolo: “Israele dice che Hamas è l’Isis. Ma non è così”.

“Il ritornello è diventato un hashtag – annota Tharoor – ed è stato ripreso da funzionari e politici israeliani di tutto lo spettro, nonché dagli alleati di Israele”, ultimo dei quali, Emmanuel Macron, che lo ha rilanciato nella sua visita di ieri a Tel Aviv.

“Considerando la portata e l’orrore della carneficina di Hamas, l’evocazione dell’Isis non sorprende”, scrive Tharoor che, dopo aver dettagliato l’orrore che si è abbattuto su Israele, spiega: “I funzionari israeliani hanno promesso una spietata campagna punitiva contro gli ‘animali umani’ e hanno inquadrato le loro azioni, che hanno portato a un aumento vertiginoso del numero delle vittime civili palestinesi, nella stessa luce morale delle battaglie contro i nazisti e alla campagna globale per sconfiggere l’Isis”.

Il nichilismo dell’Isis e il nazionalismo islamista di Hamas

“Gli esperti di Medio Oriente sostengono che tale retorica appiattisce deliberatamente le forze profonde in gioco. Dire che non esiste alcuna distinzione tra Hamas e Isis è ‘una tattica efficace per dipingerlo – insieme a tutti gli abitanti di Gaza, come denota il linguaggio generalizzato di molti leader israeliani – come obiettivi disumani, irrimediabilmente malvagi e contro i quali sono legittime rappresaglie feroci’, afferma Monica Marks, docente di politica mediorientale presso la New York University. [La Marks] ha aggiunto che il carattere islamista e le convinzioni teologiche di Hamas sono probabilmente meno importanti della sua velleità di presentarsi come il portabandiera armato della liberazione della nazione palestinese”.

“Itzchak Weismann, uno storico israeliano esperto di movimenti islamici dell’Università di Haifa, è d’accordo. ‘C’è la tendenza a dire che [Hamas] è sempre stato l’Isis. Ma questo non è necessariamente vero. È un’organizzazione che si adatta alle varie situazioni’ come ha detto ad Haaretz , sottolineando come Hamas a Gaza abbia tollerato altri gruppi religiosi. ‘Hamas ha cercato di ricomprendere tutta la popolazione di Gaza… al contrario, l’Isis ucciderebbe qualsiasi musulmano che non pregasse al momento giusto. Non si può semplicemente dire: ‘L’Isis ha massacrato delle persone e lo stesso ha fatto Hamas, quindi sono la stessa cosa’. Ciò è molto superficiale‘”.

“C’è anche un altro piccolo problema, ha osservato Aaron Zelin, autorevole esponente del Washington Institute for Near East Policy, che l’Isis ‘considera Hamas come un apostata’ a causa dei suoi legami con il regime teocratico sciita in Iran”.

Hamas si nutre della disperazione generata dall’occupazione

Questa la conclusione di Tharoor: “Anche se Hamas venisse schiacciato e privato della sua capacità di minacciare Israele […], ciò non eliminerà il contesto da cui Hamas è emerso e da allora ha operato. Ciò discende, come ha osservato martedì il Segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres al Consiglio di Sicurezza, da più di cinque decenni di occupazione militare israeliana dei territori palestinesi, dal depredamento [delle terre palestinesi] proprie del programma degli insediamenti israeliani, incoraggiato dal governo di estrema destra di Netanyahu, e dal collasso totale di un processo politico che faccia i conti con l’assenza di uno Stato palestinese o con i diritti politici dei palestinesi di Israele”.

“’Nonostante tutti gli sforzi di Israele di dipingerlo come il ramo palestinese dello Stato Islamico [cioè l’Isis] e per quanto reazionario e violento sia, Hamas è un’organizzazione nazionalista islamica, non un culto nichilista, e una parte della società politica palestinese; si nutre della disperazione prodotta dall’occupazione e non può essere semplicemente liquidato più di quanto non lo siano i fanatici fascisti nel gabinetto di Netanyahu‘, ha scritto l’autore e critico ebreo americano Adam Shatz, in un saggio pubblicato sulla London Review of Books.

Si può aggiungere che l’Isis aveva dichiarato guerra al mondo, compreso quello islamico, Hamas lotta contro Israele. Non è una differenza da poco, a proposito di coalizione internazionale.

Non è una considerazione nostra, la riprendiamo da quanto disse nel 2015 il generale maggiore Sami Turgeman, capo del comando meridionale di Israele, che criticava affermazioni in tal senso di alcuni politici israeliani. Così il Guardian riferiva le sue parole:  “Lungi dal formare un asse ideologico con lo Stato islamico e al-Qaida, Hamas ‘non vuole la jihad globale’”.

Nota a margine. Dal momento che abbiamo citato la visita di Macron a Tel Aviv, riferiamo quanto scrive Anshel Pfeffer su Haaretz, il quale ironizza sulla processione di leader occidentali verso Israele, parlando di una “sindrome ucraina”. Così Pfeffer: “Negli ultimi 18 mesi, tutti questi leader hanno compiuto il loro pellegrinaggio a Kiev per crogiolarsi nella gloria del macho vestito di kaki dal nome Volodymyr Zelenskyy. Netanyahu non assicura la stessa polvere di stelle, ma almeno è ancora più veloce e sicuro visitare Israele”.

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