12 Luglio 2019

Ucraina: Zelensky telefona a Putin

di Andrea Filosa - DM
Ucraina: Zelensky telefona a Putin
Tempo di lettura: 3 minuti

Volodimir Zelensky ieri ha telefonato a Vladimir Putin. Si apre così una nuova fase dei rapporti tra Ucraina e Russia, dopo anni di attriti e conflitti avviati dalla rivoluzione (o colpo di Stato) di Piazza Maidan.

Una conversazione telefonica durata venti minuti, quella di ieri, il cui contenuto è rimasto riservato e che il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha commentato così: “Il fatto in sé di una prima comunicazione tra i presidenti di Russia e Ucraina è molto importante” (Izvestija).

Il senso di Zelensky per la Russia

Il nuovo presidente ucraino ha più volte pubblicamente invitato Vladimir Putin a intraprendere nuovi colloqui per risolvere le tensioni tra Ucraina e Russia. Invito reiterato in maniera alquanto irrituale anche tramite un video indirizzato direttamente al presidente russo.

Le relazioni tra i due paesi si sono praticamente azzerate dal 2014 con la guerra del Donbass, che ha visto Mosca sostenere i ribelli contro Kiev e l’annessione della Crimea alla Russia.

Nel suo discorso di insediamento Zelensky aveva promesso il ripristino delle relazioni russo-ucraine e la risoluzione definitiva del conflitto del Donbass (ad oggi solo congelato) che ha provocato la morte di 13mila persone tra civili e militari di entrambe le parti.

Un nuovo accordo di Minsk

A tale proposito, il neo-eletto capo di stato ucraino ha proposto a Putin un incontro a Minsk, già sede dell’accordo che aveva messo fine alla guerra del Donbass.

Un vertice pensato per chiudere definitivamente la questione, al quale dovrebbero intervenire, con il ruolo di mediatori, i leader di Francia e Germania, presenti nel precedente accordo, e quelli di Stati Uniti e Gran Bretagna.

Quest’ultima presenza ha suscitato l’ironia di Putin, dato che Zelensky aveva esplicitamente evocato la premier inglese Theresa May, invero già dimissionaria come gli ha scherzosamente ricordato il presidente russo (Russia Today).

L’ironia di Putin e la telefonata

Celia, quella di Putin, che indica il surplace con quale egli sta osservando gli sviluppi della situazione. È ovvio che gli interessa chiudere la crisi, che anche per Mosca è una ferita aperta e un pericoloso focolaio di instabilità ai suoi confini.

Ma sembra interessato a far pervenire al suo interlocutore il messaggio che il summit gli interessa solo se ha basi concrete, ovvero che egli non si presterà a vane photo-opportunity in gloria del presidente ucraino.

Possibile che l’ironia di Putin sia suonata come un campanello di allarme a Kiev. Con il suo atteggiamento, il presidente russo sembrava infatti sminuire la portata della avances di Zelensky e la sua stessa credibilità.

Probabile, dunque, che tale allarme abbia portato Zelensky a prendere un’iniziativa  tanto facile ma tanto accuratamente evitata finora, ovvero telefonare al suo omologo russo.

Dalle armi alla diplomazia

D’altronde il presidente ucraino punta tutto sulla riuscita di questo dialogo, dato che è stato premiato dagli elettori non solo per la verve con la quale ha devastato i suoi avversari – ex comico, ha frecce al suo arco -, ma anche in vista di tale pacificazione.

Una determinazione emersa in maniera solenne, si potrebbe dire, anche lunedì scorso, quando, alla presenza del presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker e del presidente del consiglio Ue Donald Tusk – entrambi dimissionari -, ha dichiarato: “Vogliamo porre fine davvero a questa guerra e riportare la pace in Ucraina. Ma ciò può essere realizzato solo con un’arma specifica, che è la diplomazia”.

Parole alle quali ieri è stato conseguente. Resta che Putin, prima della conversazione telefonica, aveva dichiarato che era disposto ad accettare un summit a Minsk solo dopo lo svolgimento delle elezioni ucraine – che si terranno a fine mese – e la formazione di un nuovo governo.

Evidentemente vuole un’intesa più ampia che non il solo accordo col presidente ucraino. Richiesta che ha una sua ragionevolezza.

Sviluppi da seguire dato che quanto avvenuto ieri ha ripercussioni per l’Europa, che la guerra ucraina ha allontanato dalla Russia, e per il mondo, dato che tale criticità è stata usata come un maglio dagli avversari di Mosca per tentare di relegarla in un angolo.

 

 

 

 

 

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