Semplificazione: gli infiniti tentacoli della burocrazia
Tempo di lettura: < 1 minuteInteressante approfondimento sulla pervasività della burocrazia italiana di Milena Gabanelli nella rubrica “Dataroom” del Corriere della Sera del 26 luglio. La Gabanelli mette il dito nella piaga della complicazione che affligge praticamente ogni attività di questo nostro Paese.
Impressionanti i dati, decine di autorizzazioni richieste da una molteplicità di enti per qualunque iniziativa un cittadino italiano voglia intraprendere. Le conseguenze le conosciamo: tempi lunghissimi, costi moltiplicati, assenza di responsabilità (degli uffici), incarichi spesso sovrapposti con conseguente grave inefficacia della macchina.
Le soluzioni non sono semplici, Dataroom individua alcune direttrici utili come: bloccare i signor no, non ostacolare chi fa e riportare i “tecnici” negli uffici a scapito del proliferare di “amministrativi”. Probabilmente quest’ultima soluzione significherebbe invertire il rapporto tra chi fa e chi controlla, tra la produzione (di valore, di lavoro…) e la “sicurezza”. Impresa ardua.
Ma tante altre sono le soluzioni del caso, indicate da altre fonti (vedi il Sole 24Ore o altre). Purtroppo semplificare, a quanto pare, è più arduo che complicare. Ma è un lavoro che va fatto. La burocrazia strangola le attività. È un crimine nel quale l’assassino si rifugia nell’anonimato, ma a cui va posto un termine o almeno un limite.