27 Aprile 2018

Moro (4): 18 aprile 1978, il lago della Duchessa

Moro (4): 18 aprile 1978, il lago della Duchessa
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Ha fatto parlare a lungo il famigerato falso comunicato n. 7 delle Brigate Rosse che annunciava la morte di Aldo Moro, il cui cadavere, si annunciava nel documento,  era stato gettato nelle acque del Lago della Duchessa.

Gli autori del falso comunicato

Un falso, sbugiardato dalle Brigate Rosse nel comunicato 7 bis (o 7, ma vero) datato 20 aprile, che identificava in Andreotti l’autore del comunicato mendace. Una ricostruzione, quella brigatista, che ha fatto breccia.

Infatti, ancora oggi si tende a dare credibilità alla versione delle Brigate Rosse. D’altronde sono loro ad aver scritto la storia. La storia la scrivono i vincenti e loro, o chi per loro, hanno vinto, avendo distrutto il compromesso storico (vedi Piccolenote).

L’autore materiale del falso fu individuato in Tony Chicchiarelli, falsario ambiguo legato ai servizi segreti, ucciso poi in circostanze non chiare (cliccare qui).

Steve Pieczenik, lo strano consulente dell’antiterrorismo giunto dall’America per seguire il caso Moro, e che in seguito ha rivendicato un ruolo attivo nella gestione della vicenda (e, di fatto, nella morte dello statista), ha avocato a sé l’idea di quel falso comunicato (cliccare qui).

Sia come sia, la narrativa ufficiale ha addossato la responsabilità del falso ad Andreotti, prendendo per buona la versione brigatista e alimentando la leggenda nera sul politico democristiano (1).

Il significato del comunicato del Lago della Duchessa

Una interpretazione che deve obliare un particolare fondamentale del comunicato: esso fu reso pubblico il 18 aprile del 1978, a trent’anni esatti dalla storica vittoria elettorale della Dc, che aveva disegnato la sorte del nostro Paese per i decenni successivi.

Annunciando la morte di Moro in quella data, chi ha concepito il comunicato ha voluto mandare un messaggio chiaro e forte: la Dc di De Gasperi, quella incarnata essenzialmente da Moro e Andreotti (ma anche La Pira e altri), pupilli di Montini, quella che rappresentava la cosiddetta anomalia italiana (un partito di governo occidentale non allineato con gli Usa), era finita.

Questo il significato inequivocabile di quel messaggio. E infatti, con la morte di Moro quella Dc finì. Ne nacque un’altra, diversa, del tutto estranea a quella che aveva concepito e perseguito il compromesso storico con i comunisti.

Un messaggio quindi anche contro Andreotti, che infatti di lì a poco dovette gettare la spugna per ritornare solo più tardi, nel 1983, ma come ministro degli Esteri del governo Craxi, al quale servivano i suoi rapporti con la Chiesa e quelli internazionali, in particolare nel mondo arabo e nei Paesi comunisti. Ma questa è un’altra storia…

Pecorelli e il lago della Duchessa

Ma al di là del significato simbolico del falso comunicato, esso aveva anche uno scopo pratico, funzionale al piano eversivo che si stava attuando in Italia. Ne accenna in modo più che intelligente Mino Pecorelli (Op, 9 maggio ’78, titolo: “Perché il lago della Duchessa”).

“Solo in un caso, dc e pci avrebbero tratto giovamento dal sequestro. Se le br avessero ucciso Moro subito. La dc avrebbe avuto un ‘martire’ da presentare agli elettori per una congrua ricompensa; il pci avrebbe visto premiata la sua linea dura dal riconoscimento della lungimiranza”.

“Sanno anche i sassi che ciò non è accaduto. Ma nessuno si chiede perché ciò non sia successo. Che anzi, ad evitare che la dc e il pci possano nel futuro trarre benefici dall’eventuale ma improbabile sacrificio di Moro, i brigatisti hanno architettato la farsa del lago della Duchessa”.

“Per due giorni il paese ha pianto Moro morto. Nessuno piange mai due volte”.

Una spiegazione definitiva. Si noti, tra l’altro, che Pecorelli, al di là delle sue speranze sulla sorte di Moro, attribuisce il comunicato ai “brigatisti”, nonostante sappia perfettamente che non era autentico (l’articolo uscirà molti giorni dopo la smentita delle Br).

Così il comunicato del lago della Duchessa fu concepito contro la Dc e il Pci e contro il compromesso storico. Chi lo ha ideato operò in parallelo alle Brigate Rosse, anch’esse lanciate a bomba contro il compromesso storico. Convergenze parallele…

 

(1) Come se chiedessimo ai seguaci di Osama bin Laden se ci raccontano dell’attentato alle Torri Gemelle…

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