21 Novembre 2016

Dopo la Clinton, Sarkozy

Dopo la Clinton, Sarkozy
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È finita ieri la carriera politica di Nicolas Sarkozy. Alle primarie dei Repubblicaines, nuovo nome americanizzante che lo stesso Sarkozy ha dato al vecchio Ump, vince a sorpresa François Fillon, mentre l’altro protagonista del ballottaggio sarà, come previsto, Alain Juppé.

 

Da qui la decisione dell’ex presidente di dire addio alla politica. Aveva inseguito con tenacia questa rivincita, nonostante il fatto che da quando la sua avventura presidenziale era finita fosse inseguito da reiterati scandali, anzitutto quello legato ai finanziamenti della sua vincente campagna elettorale giunti dalla Libia, direttamente dal Colonnello Mouammar Gheddafi.

 

Già Gheddafi: fu Sarkozy ad attaccare per primo in Libia al tempo dell’intervento Nato per rovesciare il Colonnello.

E furono gli aerei francesi a bombardare il convoglio che trasportava il fuggiasco Gheddafi, ormai braccato dalla coalizione internazionale in tutto il Paese. Attacco che si concluse con il barbaro omicidio del leader libico.

 

Un assassinio efferato che Hillary Clinton salutò con un gridolino di esultanza – «Wow» -, che poi il suo staff fece rimbalzare in tutto il mondo per dar conto dell’avvenuta vittoria sul beduino ribelle.

 

La Clinton aveva atteso spasmodicamente quel momento, da quando cioè aveva costretto il riluttante Obama a cacciarsi in un’avventura militare che avrebbe precipitato la Libia in un caos del quale ancora oggi si stenta a trovare il bandolo.

 

Sarkozy e la Clinton furono i dioscuri di quella sporca guerra, apportatrice di tanto caos globale: va ricordato en passant come le prime milizie imbarcate nella guerra siriana, realizzata per attuare un regime-change anche il quel Paese, fossero state arruolate dalle reti del Terrore proprio tra le file dei cosiddetti ribelli libici.

 

E di come la fine del regime del Colonnello abbia aperto le porte al Terrore nell’Africa occidentale, dal Mali alla Nigeria, dove imperversano i feroci tagliagole di Boko Haram.

 

Una conseguenza inevitabile, come avevano tentato di dire tanti inascoltati analisti, stante che Gheddafi, con tutti i suoi limiti, era argine e baluardo al fondamentalismo di marca islamista.

 

A quanto pare quell’avventura bellica non ha portato fortuna ai suoi sponsor più indefessi. Per una bizzarra combinazione astrale il destino della Clinton e quello di Sarkozy si è compiuto nello stesso giro di tempo. Il mondo non ne sentirà la mancanza.

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