26 Luglio 2018

Iran: la mossa del cavallo di Trump

Iran: la mossa del cavallo di Trump
Tempo di lettura: 3 minuti

Imprevedibile Trump: dopo aver sparato a palle incatenate contro l’Iran, due giorni fa il presidente ha riaperto i giochi: “Vedremo cosa accadrà, ma siamo pronti a fare un vero accordo, non l’accordo fatto dalla precedente amministrazione, che è stato un disastro”.

Iran: la mossa del cavallo di Trump

Dichiarazioni rilasciate, come riporta la Reuters il 24 luglio, a una platea selezionata: i veterani di guerra. Come a cercare il consenso di quella parte di America che più che parlare di guerra, la guerra l’ha fatta.

Trump sembra intenzionato a ripetere con l’Iran lo schema adottato per la Corea del Nord, ovvero accompagnare le pressioni ad aperture di credito, nella speranza di poter chiudere un accordo vantaggioso.

Questa anche la convinzione della stampa americana, tanto che tale ipotesi è diventata materia di dibattito e di critiche al presidente, perché l’Iran non è la Corea.

Vero, ma le differenze non sono tali da impedire che si possa trovare un accordo anche con Teheran: si è fatto con Obama, si può replicare.

A quanto pare, di fronte all’intricato nodo iraniano, quello più spinoso stante l’intricato caos mediorientale, Trump ha fatto la mossa del cavallo: ha saltato l’ostacolo, chiudendo un’altra e meno complessa criticità, per tentare di risolvere il “problema Iran” da altra prospettiva.

Lo schema coreano deve riuscire

E però, perché tale schema possa essere applicato all’Iran occorre anzitutto che la pax coreana proceda. Se fallisce, Trump non avrebbe alcuna possibilità di replicarlo altrove.

Da qui l’importanza delle mosse di Pyongyang, tese a rassicurare i suoi  interlocutori.

Ultima, l’inizio dello smantellamento della base di Sohae (il Giornale), usata per i test missilistici che tanto hanno allarmato il mondo.

Mosse, peraltro, del tutto al buio quelle di Pyongyang, stante che l’America non ha allentato la pressione: le sanzioni sono ancora operative e anzi ieri il segretario di Stato Mike Pompeo ha affermato che la Corea del Nord “continua a produrre materiale fissile” (Le Figaro)…

D’altronde Trump non può revocare subito le sanzioni: la reazione dei suoi antagonisti interni sarebbe insostenibile.

I passi di Pyongyang in direzione dell’accordo vengono puntualmente salutati dal presidente Usa con enfasi esagerata.

Enfasi propria del personaggio, certo, ma anche tesa ad accreditare la riuscita della sua iniziativa diplomatica.

E soprattutto a sovrastare il rumore di fondo di media e politici che criticano tale iniziativa, bollandola come inefficace e pericolosa.

La mossa del cavallo di Trump sull’Iran è ancora in embrione. Di stop and go ce ne saranno tanti e non tutti piacevoli. Con ovvie reazioni iraniane. Vedremo.

Putin & Trump

Molto dipenderà dalle intese che Trump saprà trovare con la Russia, meglio, con Putin, che ha nell’Iran un alleato strategico.

Intese ravvicinate, come quelle che di certo hanno avuto luogo nelle due ore in cui i due leader si sono parlati a quattr’occhi a Mosca, alla sola presenza degli interpreti.

Due ore sulle quali i nemici dei due leader si arrovellano, nel tentativo di carpirne i segreti.

Un mistero che sembra destinato a restare tale: il tentativo dei democratici di obbligare l’interprete americano a rivelarli è stato respinto al mittente dai repubblicani, per una volta con il loro presidente.

Intese ravvicinate che dovrebbero essere rinnovate e rielaborate in autunno, quando Putin sarà ospite della Casa Bianca. Un appuntamento ormai in agenda.

Infatti, alcuni giorni fa la portavoce della Casa Bianca Sarah sanders ha annunciato che il prossimo mese il consigliere per la sicurezza John Bolton si recherà a Mosca per mettere a punto i dettagli della visita (vedi Politico).

 

Ps. Secondo una dichiarazione resa ieri da Bolton, l’incontro tra i due presidenti sarebbe stato posticipato: dovrebbe avvenire alla fine dell’inchiesta sul Russiagate (definita da Bolton “una caccia alle streghe”). Quindi dopo il primo gennaio…

Nella foto: i sosia di Trump e Kim Jong-un si fanno fotografare in un centro commerciale di  Singapore prima dello storico vertice tra Usa e Corea del Nord

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