18 Febbraio 2013

Vergine del sole più bella

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Vergine del sole più bella,
Madre di Dio che è tutta la tua lode,
Stella del mare del mondo
per cui l’anima trova quiete dalle sue tempeste,
nella mia afflizione io ti invoco:
vedi, mia Signora, che annego
perché sono catturato dai golfi
del cieco e atterrito timore
a cui abbandono l’anima ansiosa.
Ti offro la mia volontà, Maria Santissima.
Guarda che vengo meno:
dammi, o Signore,
il bene che non merito.

 

Miguel de Cervantes

 

Sono versi di Cervantes (1547-1616), il celebre autore del Don Chisciotte, romanzo nel quale lo scrittore spagnolo volle schernire i libri di letteratura cavalleresca col desiderio di ristabilire – lui che aveva combattuto nell’epica Battaglia di Lepanto del 1571 – un giudizio obiettivo sul reale valore dei soldati della cristianità, così distanti dai modelli divulgati dai poemi medievali. Questi poemi, ampiamente diffusi nella Spagna del suo tempo, avevano dato luogo a un significativo fenomeno di “impazzimento”, a causa del quale molti lettori diventavano vittime di una patologica confusione fra letteratura e vita.
Il critico Cesare Segre, illustrando la natura di questa confusione, ha scritto: «Don Chisciotte, che proclama la difesa dei deboli e dei perseguitati, la lotta per la giustizia, la milizia religiosa della cavalleria, non fa che aggravare le sofferenze di quelli che difende…».
In questa poesia Cervantes affida a Maria le proprie ansie, le proprie afflizioni, la propria confusione. Sa che Ella – a differenza degli uomini, i quali, spinti verso un falso bene, spesso rischiano di aggravare le sofferenze di coloro di cui si dichiarano difensori – è la “Stella del mare del mondo” cui ci si può abbandonare senza timore durante il viaggio della vita.

 

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