Ariel Sharon e il sogno della Grande Israele
Tempo di lettura: < 1 minute«È impossibile avere uno Stato ebraico democratico e allo stesso tempo controllare tutta la Grande Israele. Se insistiamo nell’inseguire interamente un sogno, rischiamo di perderlo del tutto». È una frase dell’ex premier israeliano Ariel Sharon, il superfalco che si fece colomba, citata alla Knesset dal Presidente dell’europarlamento, il tedesco Martin Schulz, in visita presso lo Stato israeliano. La visita, che avrebbe dovuto attutire le tensioni tra Israele ed Europa a causa del blocco di Gaza e dell’insediamento di nuove colonie ebraiche in territorio palestinese, non ha dato i frutti sperati, come riporta Davide Frattini sul Corriere della Sera del 13 febbraio (Schulz parla alla Knesset i deputati lo contestano).
Al di là delle polemiche, si segnala una lettera indirizzata al Capo del Dipartimento di Stato Usa, nella quale artisti e uomini di cultura israeliani, da Noa a Grossman, invitano John Kerry a proseguire nei suoi sforzi per conseguire una riconciliazione israelo-palestinese. Nella missiva, della quale dà notizia Repubblica del 14 febbraio, si legge: «Condurre negoziati tra Israele e palestinesi è un compito difficile ma il suo paziente approccio di cooperazione con entrambe le parti fa avanzare una sostenibile soluzione del conflitto». Da tempo l’operato di Kerry è criticato da ambienti politici israeliani, perché giudicato non adeguato al compito.