Dal proiettile magico di JFK a quello miracoloso di Kirk

Tante le domande che circolano nel movimento Maga sull’omicidio di Charlie Kirk, fondatore del Turning point Usa [TPUSA], crimine del quale è accusato Tyler Robinson, ora agli arresti. Un articolo di Kit Kalemberg su al Mayadeen ne squaderna alcune.
Anzitutto, lo sceriffo che, secondo la narrazione, insieme al padre avrebbe convinto Robinson a costituirsi, ha detto che l’ha fatto solo perché “le foto del presunto assassino di Kirk gli somigliavano e temeva di essere ucciso in un raid della SWAT”. E, infatti, nonostante l’FBI abbia pubblicizzato messaggi nei quali si auto-accusava, “nega ogni responsabilità” (perché negare, se ha confessato nei messaggi?).
Domande sorgono sul ritrovamento del suo asserito fucile, avvolto in un asciugamano, nei boschi vicini all’dell’Utah Valley University (UVU), dove si è consumato il crimine, mentre lui continuava ad aggirarsi “per ore nel campus dopo la sparatoria, nonostante potesse fuggire immediatamente in auto”. Ciò, scrive il cronista “è palesemente assurdo”.
E domande sorgono anche sui messaggi di Robinson, che nel movimento Maga si sostengono falsi perché si tratta di un gergo lontano anni luce da quello giovanile. Inoltre, “resta aperta la questione se Israele sia in qualche modo coinvolto nell’omicidio di Kirk. Pur essendo stato un fervente sionista […], negli ultimi mesi Kirk ha iniziato a criticare l’influenza di Tel Aviv sui politici statunitensi e la minaccia che Benjamin Netanyahu trascinasse Washington in una guerra con l’Iran. A luglio, poi, una conferenza della TPUSA ha visto la partecipazione di numerosi relatori estremamente critici” di Israele.
“Fonti informate hanno rivelato a Grayzone che questo incontro ha spinto numerosi munifici alleati di Netanyahu a bombardare Kirk con telefonate e messaggi minacciosi”. Ciò avrebbe “spaventato” Kirk che, in un’intervista del 6 agosto, “ha pubblicamente denunciato la pressione a cui era sottoposto. Settimane prima dell’assassinio di Kirk, anche il miliardario sionista estremista Robert Shillman aveva interrotto i finanziamenti alla TPUSA, accordati da tempo”.
“Non si hanno prove della colpevolezza di Tel Aviv per l’omicidio di Kirk, anche se ci si potrebbe ragionevolmente chiedere perché Netanyahu abbia ritenuto necessario rilasciare molteplici dichiarazioni in cui nega l’accusa. Persino i sionisti più convinti hanno messo in guardia sul fatto che la sua determinazione a dimostrare l’innocenza di Israele puzza di reazione eccessiva”.
“È anche fondamentale chiedersi perché gli apparatchik della sicurezza della TPUSA siano stati responsabili di una serie di catastrofici fallimenti professionali” che hanno lasciato Kirk tanto esposto.
“La documentazione più consistente che implicherebbe Tyler Robinson nella sparatoria è il filmato di un individuo che salta dal tetto di un edificio della UVU proprio di fronte all’area centrale del campus dove si è tenuto l’evento di Kirk, prima di scappare trascinando uno zaino”.
“L’FBI e i pubblici ministeri sostengono che Kirk sia stato colpito da qui […]. Un cacciavite, presumibilmente utilizzato per montare e poi smontare l’arma del delitto, contenente il DNA di Robinson, sarebbe stato trovato in loco”.
“Tuttavia, il filmato non prova che l’individuo raffigurato fosse Robinson, e neanche che avesse un fucile. Ancora più sospetto, il fatto che il filmato sia stato ripreso da una telecamera a circuito chiuso statica puntata direttamente sulla zona da cui Robinson avrebbe sparato a Kirk”.
“Era quindi perfettamente posizionata per registrare il suo arrivo, la preparazione, il montaggio del fucile, la messa a fuoco del mirino, lo sparo, lo smontaggio e l’occultamento dell’arma e i primi momenti della fuga. Stranamente, non sono emerse immagini di questa catena di eventi ben più probanti”.
Una lacuna per nulla irrilevante anche perché il filmato che inchioderebbe Robinson proverebbe che Kirk è “stato colpito frontalmente”. Ma dubbi sono sorti anche su questa dinamica: “innanzitutto, il foro da cui fuoriesce il sangue nel collo di Kirk assomiglia molto più a una ferita d’uscita che d’ingresso, il che suggerisce che il proiettile sia stato sparato da un’altra direzione”.
“Infatti, se quello schizzo di sangue fosse stato un foro d’ingresso, avrebbe dovuto esserci una massiccia fuoriuscita di sangue alle sue spalle, proveniente da un foro d’uscita ancora più grande, ma non c’è”.
Nessuna spiegazione, solo quanto riferito il 21 settembre dal portavoce della TPUSA, Andrew Kolvet: il chirurgo che ha praticato l’autopsia gli avrebbe detto che, nonostate il fatto che il proiettile, ad “alta potenza e ad alta velocità” – capace di “abbattere un alce o due” – avrebbe dovuto “sicuramente attraversare” il collo, mentre l’ha fermato un osso. Kirk, secondo l’incredibile spiegazione, “era così sano e la sua densità [ossea] era così impressionante che sembrava un uomo d’acciaio”.
Kolvet ha sintetizzato tutto ciò in una parola: “miracolo”, rievocando, involontariamente, il proiettile “magico” di JFK, che procurò sette ferite al presidente e al suo accompagnatore… Ancora più incredibile, nell’autopsia si è scoperto che il proiettile sarebbe rimasto conficcato “appena sotto la pelle”.
“[…] Durante l’evento, c’era una telecamera montata dietro Kirk che potrebbe confermare la direzione da cui è stato colpito. Ma cosa abbia ripreso è un altro mistero”…
Peraltro, nei video girati dai quanti hanno partecipato all’evento si nota che, “sebbene la folla si fosse quasi completamente dispersa, non c’era praticamente nessuna presenza visibile della polizia, né alcun segno di sforzi da parte delle forze dell’ordine o del personale di sicurezza della TPUSA per isolare la scena della sparatoria ed evitare che le prove fossero contaminate”.
Anzi, “in un video si vede un individuo con degli occhiali da sole scuri che rimette in piedi la sedia sporca di sangue di Kirk usandola come sgabello improvvisato per rimuovere una telecamera situata dietro la sedia sulla quale era seduto Kirk. Si allontana, estrae la scheda della memoria e la porge a un’altra persona, che poi sembra infilare il dispositivo nel suo cappellino da baseball prima di andarsene. L’individuo in questione, un agente della TPUSA, come confermato successivamente, ha rimosso anche la scheda della memoria da una telecamera che si trovava proprio di fronte a Kirk”.
“Sia lo spostamento della sedia di Kirk che la rimozione delle schede della memoria della telecamera rappresentano un’inequivocabile manomissione delle prove, un reato grave ai sensi della legge”, ma non c’è “alcuna indicazione che l’agente della TPUSA responsabile sia ricercato dalle autorità per essere interrogato”…
Quindi, Kalemberg rileva “l’apparente incompetenza della sicurezza della TPUSA e della stessa UVU. Solo sei agenti di polizia del campus erano schierati per supervisionare l’evento, al quale hanno partecipato circa 3.000 persone. I convenuti hanno testimoniato che l’UVU non ha predisposto nessun cancello d’ingresso, che i loro bagagli non sono stati perquisiti e che non c’era nessuna indicazione che i tetti o gli edifici vicini fossero monitorati per evitare attività sospette“.
Ciò contrasta con “le precedenti apparizioni pubbliche di Kirk, che erano state sempre soggette a rigide misure di sicurezza”. Al suo penultimo raduno, tenuto il 2 settembre in California, sono stati “schierati 60 agenti per una folla di 2.000 persone e vigevano chiare restrizioni su ciò che i partecipanti potevano portare o meno con loro […]. Nei giorni precedenti, le forze dell’ordine locali avevano condotto un’ampia ricognizione, alla ricerca di luoghi di interesse per potenziali attentatori e hanno identificato gli abitanti del posto maldisposti nei confronti di Kirk. Il giorno dell’incontro, poi, droni della polizia e agenti hanno monitorato attentamente i suoi movimenti da e verso il luogo dell’evento, ispezionando i tetti vicini”.
Non c’è pace per gli evangelicals. Dopo l’assassinio di Kirk, due giorni fa la strage in una chiesa di rito mormone, quello a cui appatiene la famiglia Robinson: quattro i morti, oltre all’attentatore, e diversi feriti a Grand Blanc Township, in Michigan.
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