17 Marzo 2015

Gli Usa e Assad: cenni di distensione

Gli Usa e Assad: cenni di distensione
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«Prima dittatore da cacciare, ora possibile interlocutore. È questo ciò che gli Usa pensano del presidente siriano Assad: una posizione che non sorprende ma che è stata ribadita con un paio di segnali. Il primo. Il segretario di Stato John Kerry ha sostenuto che è necessario trovare una “soluzione politica” attraverso una trattativa con il leader. Un obiettivo perseguito dagli Stati Uniti a patto che il regime di Damasco cessi nei suoi calcoli. E in questo quadro gli americani sono pronti a compiere delle pressioni. Kerry però non le ha specificate. Il secondo segnale. Il direttore della Cia, John Brennan, ha affermato che Washington non vede con favore “il crollo del regime siriano” perché potrebbe aprirsi un vuoto pericoloso» che darebbe spazio all’Isis e agli altri tagliagole legati allo jihadismo e ad al Qaeda che scorrazzano in Siria. Inizia così un articolo di Guido Olimpio sul Corriere della Sera del 16 marzo dal titolo significativo: Svolta negli Usa: «È ora di negoziare con Assad».

 

Nota a margine. Altre volte sono state annunciate “svolte” simili riguardo il rapporto Usa – Assad, quindi è presto per dire che gli Stati Uniti cambiano registro. Non per questo bisogna obliare dei segnali positivi in direzione di una distensione, nella speranza che abbiano un seguito. Quanto alla disponibilità di Assad a un possibile approccio negoziale, va ricordato che il regime di Damasco, anche di recente, ha accolto con favore l’iniziativa diplomatica dell’inviato Onu per la Siria Staffan de Mistura per un cessate il fuoco ad Aleppo, saltato per l’opposizione della controparte.

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