4 Aprile 2014

I nazionalisti ucraini allarmano anche la Ue

I nazionalisti ucraini allarmano anche la Ue
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«Condanno fermamente le pressioni dagli attivisti di Pravij Sektor che hanno circondato l’edificio della Verkhovna Rada dell’Ucraina. Tale intimidazione del Parlamento è contro i principi democratici e dello Stato di diritto. Invito Pravij Sektor e gli altri partiti dell’Ucraina ad astenersi dall’uso o dalla minaccia di violenza. E chiedo che consegnino immediatamente eventuali armi non autorizzate alle autorità». È una breve nota dell’Alto rappresentante per la Politica Estera della Ue Catherine Ashton nella quale si stigmatizza l’azione diretta contro il Parlamento da parte del partito nazionalista ucraino Pravij Sektor. Era accaduto che attivisti di Pravij Sektor, il 28 marzo, avevano circondato il Parlamento ucraino per chiedere le dimissioni del ministro degli Interni  Arsen Avakov, da loro accusato di essere il mandante dell’omicidio di uno dei loro leader, Olekesandr Muzičko avvenuto nei giorni precedenti. Non è la prima volta che Pravij Sektor si rende protagonista di azioni di forza in Ucraina, ma quella del 28 marzo è stata invero allarmante, tanto che a difesa delle istituzioni ucraine è dovuta intervenire anche la Ashton. Significativo anche che, nella sua dichiarazione, la Ashton faccia riferimento alle armi in possesso dei membri del partito nazionalista: una situazione intollerabile in una democrazia.

Alla luce di questi avvenimenti, gli allarmi per i fermenti neonazisti ucraini, nucleo duro della rivolta di piazza Maidan, risultano ancora più fondati. Tanto che anche chi ha usato della forza d’urto di queste organizzazioni per portare a termine la “rivoluzione” ucraina oggi ne è spaventato. Chi semina vento raccoglie tempesta, dice il proverbio. Speriamo ci sia modo di arginare tali forze oscure. 

Nessun giornale italiano ha riportato la notizia, e dire che l’assalto a un Parlamento, tra l’altro di un Paese al centro dell’attenzione internazionale, non è cosa da poco.

Un’ultima annotazione: si era assicurato a livello Ue che si sarebbe svolta un’indagine indipendente sui cecchini che hanno colpito a piazza Maidan, omicidi allora attribuiti al governo di ViktorYanukovich e sui quali una telefonata intercettata ha gettato ombre oscure. Servivano risposte immediate ai tanti dubbi circa lo svolgimento dei fatti, anche in considerazione dell’importanza che hanno assunto quegli omicidi mirati nell’ambito della crisi ucraina. Ancora non è stata fatta chiarezza.