Iowa: Sanders «fregato» di nuovo. Come previsto da Trump...
Tempo di lettura: 4 minutiGrande confusione sotto il cielo dello Iowa, dove si è svolto un voto cruciale per scegliere il candidato democratico che dovrà contendere a Trump la Casa Bianca nel 2020. Con eccezioni che confermano la regola, il candidato che vince in Iowa fa sua la corsa per la nomination (vedi BBC).
Iowa, la “sorpresa” Buttigieg
Sanders era dato come super-favorito in Iowa. Politico del 25 gennaio riportava i sondaggi che circolavano, concordi, sui media. Sanders era dato al 25%, con “un vantaggio di 7 punti sul suo concorrente più vicino, l’ex sindaco di South Bend (Indiana) Pete Buttigieg, che è al 18%, che si contende il secondo posto con l’ex vicepresidente Joe Biden al 17%”, seguiva Elizabeh Warren etc.
Il voto in Iowa è stato funestato da una serie di incidenti (vedi New York Times: “Ecco un elenco di ciò che è andato storto nel Caucus dello Iowa”), che si sono registrati anche nel conteggio finale, tanto che i risultati sono ancora parziali (60-70 % dello scrutinio). Gli esiti sono sorprendenti: Buttigieg primo col 26.8%, segue Sanders col 25.2, poi Warren a 18.4 e, infine, Biden a 15.4.
Sanders va fermato
Non ci sarebbe che da registrare l’ennesimo errore dei sondaggi, se non che vari fattori suggeriscono di guardare quanto avvenuto con certa attenzione.
Anzitutto va ricordato che Sanders, figura anomala per la sua radicalità, da tempo deve fronteggiare una fortissima ostilità all’interno del suo partito.
Già nelle primarie del 2016 subì la fronda del partito democratico in favore della sua antagonista Hillary Clinton. Tanto che, inseguita dallo scandalo di alcune mail che ipotizzavano manipolazioni del voto, la presidente del comitato elettorale dei democratici, Debbie Wasserman Schultz, si dimise.
I venti avversi sono continuati. Tante le ostilità che suscita la sua corsa. Né sono mancate le frecciate dell’eterna rivale Hillary, che recentemente ha sparato ad alzo zero: “Non piace a nessuno, nessuno vuole lavorare con lui, non ha fatto nulla” (New York Times).
Fumi da Russiagate
Così veniamo ai sorprendenti risultati dello Iowa, un voto espresso tramite una App, un’idea frutto dell’isteria da Russiagate: si voleva creare uno strumento impossibile da hackerare, così da eliminare eventuali ingerenze russe (sic).
Almeno era questo il motivo ufficiale per cui viene creata la Defending Digital Democracy, che aveva fatto anche simulazioni in proposito. A dare concretezza a questa idea ere Robby Mook, già responsabile della campagna elettorale di Hillary Clinton nel 2016 (Grayzone).
Ma Mook si difende, spiegando che se è vero che la sua società ha dato la linea, allertando sulla necessaria vigilanza, nulla a ha a che vedere con la App incriminata. Il partito ha infatti affidato il compito di registrare il voto in Iowa alla società Shadow Inc.
L’Ombra
Resta bizzarro, però, che la Shadow, per pura coincidenza, è stata creata ed è gestita in toto da ex collaboratori della Clinton.
Dettaglia l’Associated Press: Gerad Niemira, attuale CEO della Shadow, era il “responsabile della gestione dei prodotti per la Clinton, responsabile della creazione di una piattaforma digitale diretta agli attivisti sul campo, per favorire il contatto con gli elettori e gestire i volontari locali, aprendo al contempo nuove strade per la raccolta dei dati per la campagna”.
“James Hickey, Chief Operating Officer della Shadow, era direttore tecnico di ‘Hillary for America’. Krista Davis, Chief Technical Officer e Chief Software Architect presso Shadow, era un ingegnere di backend per la campagna della Clinton”.
La Shadow ha inoltre legami con “ACRONYM, una società senza scopo di lucro fondata nel 2017 da Tara McGowan […]. McGowan, 34 anni, è sposata con Michael Halle, importante consulente della campagna presidenziale di Pete Buttigieg, che ha anche pagato Shadow Inc. $ 42.500 per l’acquisto di software”.
Non solo, “ACRONYM e Shadow sono registrati nello stesso indirizzo di Washington, DC”…
La profezia di Trump
Si potrebbe continuare, ma possiamo fermarci qui. Un intreccio di società bizzarro, che suggerisce quantomeno un conflitto di interessi.
Sanders ad oggi non ha contestato il risultato. Così occorre prendere atto dell’emersione di Buttigieg, giovane sindaco di bell’aspetto.
Una sorpresa per tanti, non per chi segue la politica americana. Buttigieg è infatti variante prevista da tempo, prodotto di laboratorio creato dal Deep State – con l’appoggio della sempiterna Hillary – per riportare la politica estera americana ai fasti che l’amministrazione Trump sta abbandonando, data la sua promessa di ritirare l’America dai conflitti.
Come indicava una lettera aperta in suo sostegno firmata alcuni mesi fa da oltre duecento esperti di politica estera americana (Usa Today). Insomma, un candidato ottimo per proseguire, con le varianti del caso, le Guerre infinite…
Così chiudiamo con il tweet profetico di Trump del maggio 2019: “Il Comitato Nazionale del partito democratico […] sta ancora usando la sua magia per cercare di distruggere Crazy Bernie Sanders […]. Eccoci di nuovo Bernie, ma questa volta per favore mostra un po’ più di rabbia e indignazione quando vieni fregato!”
Ps. Bizzarro ribaltamento: l’allarme sulle asserite manipolazioni russe del voto americano rischia di produrre manipolazioni ben più reali. Nei media americani iniziano a far capolino rimandi alle note elezioni delle Repubbliche delle banane…
PPs. Sanders, suTwitter, scrive che è arrivato primo in Iowa… Curiosità: su The Hill, l’incontro tra Buttigieg e la Clinton…
Nella foto, Buttigieg