2 Novembre 2018

I summit di Trump, il Russiagate e il declino della Ue

I summit di Trump, il Russiagate e il declino della Ue
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Trump telefona a Xi Jinping. Dopo mesi di dura guerra commerciale, il presidente americano manda “un segnale positivo” al Dragone, come da titolo del Global Times.

I summit di Trump

Una conversazione telefonica operativa: i due hanno concordato che si incontreranno a fine novembre, a margine del G20 di Buenos Aires.

Trump sta mandando segnali in vista del post elezioni, quando potrà dispiegare più liberamente la sua politica, oggi concentrata sul voto del 6 novembre.

Segnali che vanno nel senso di una distensione internazionale. Con la Cina, appunto, come anche con la Russia, dato che incontrerà Putin l’11 novembre, a margine delle celebrazioni per la fine della Prima guerra mondiale.

Non solo, sembra si stia trattando un altro incontro col presidente russo, anch’esso a margine del G20. Questa almeno l’indiscrezione pubblicata oggi dal sito Sputnik.

Il fatto che a rivelare la notizia sia stato il consigliere del Cremlino Yuri Ushakov la rende meno aleatoria di quanto possa apparire a prima vista, dato che ad oggi è alquanto arduo immaginare che Trump e Putin possano incontrarsi in due appuntamenti tanto ravvicinati.

Così, in attesa di conferme, ci limitiamo a riportare l’ipotesi che, se si realizzasse, farebbe dell’appuntamento di Buenos Aires una sorta di vertice a tre: Russia, Cina, Stati Uniti. Con ovvi riflessi sui destini del mondo.

Il (momentaneo) declino del Russiagate

Detto questo, e al di là dei vertici in agenda e in forse, val la pena segnalare che il Russiagate, finora brandito come un’arma di distruzione di massa per devastare i rapporti tra Washington e Mosca, è un po’ in declino.

Se si ritorna con la mente a come tale inchiesta si è innescata e a come mano mano è montata, tanto da diventare un’onda di marea che sembrava dovesse sommergere per sempre le velleità distensive di Trump riguardo la Russia, si può notare l’evidente discrasia.

In questi giorni elettorali, dove più accesa è la battaglia e dove era presumibile che tale arma fosse brandita con maggior aggressività, l’inchiesta è sparita dai radar. Non solo italiani, ma anche americani. Qualche cenno fugace, qua e là, ma nulla più.

Né hanno trovato spazio alcuno rinnovate ipotesi di interferenze sulle elezioni americane. Interferenze che, dalle elezioni di Trump, sono state avvertite in ogni genere di votazione occidentale: dai referendum alle elezioni politiche, dalle amministrative ai consigli di Istituto dei licei, fino alle votazioni di condominio…

Ma a parte le digressioni, la (temporanea) scomparsa del Russiagate sembra indicare che qualcosa è cambiato e Trump è più forte di prima.

Tanto che sta programmando il futuro come se le elezioni di Midterm non ci fossero, prendendo appuntamenti tanto impegnativi come quelli con Putin e Xi subito dopo il voto.

I “giochi” coreani

In subordine alle mosse di prospettiva di Trump, ma sulla stessa linea dato il senso del presidente Usa per Pyongyang, si situa la prosecuzione del processo di avvicinamento tra Nord e Sud Corea.

Da oggi sono cessati “tutti gli atti ostili” lungo il confine tra i due Paesi, come stabilito dai due presidenti nell’incontro di settembre. Inoltre Moon Jae-in ha annunciato che il presidente del Nord, Kim jong-un, sarà “presto” a Seul (evento storico).

Last but not least, le due Coree hanno inviato una lettera congiunta al Cio in cui chiedono di poter ospitare insieme i Giochi Olimpici del 2032…

Un rinnovato dialogo Est – Ovest può riportare un po’ di ordine nel caos che in questi decenni di follia i neocon hanno seminato nel mondo. Lo abbiamo scritto altre volte. Lo ribadiamo con un po’ più di speranza.

 

Una nota a margine per la marginale Unione europea: la Ue sembra aver perso il filo che si sta dipanando nel mondo. Si contorce sulle percentuali del Pil italiano.

L’incapacità di rivedere le proprie dinamiche e di rapportarsi ai processi globali sono propri delle entità politiche in declino.

Un processo che rimanda a un’altra Unione, quella sovietica. Non si accorse di aver finito la propria corsa se non quando collassò. Di schianto. Destino che, senza correttivi, vedrà un’altra (nefasta) unione tra le due Unioni.

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