28 Gennaio 2014

La Fed, l'economia Usa e la nuova minaccia finanziaria che incombe sul mondo

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Il tempio della Federal Reserve

«L’alta marea del credito facile made in Usa si ritira, lo spettacolo che rivela nelle zone rimaste a secco fa paura». Questo l’incipit di un articolo di Federico Rampini sulla Repubblica del 28 gennaio (Liquidità americana in ritirata le Borse mondiali tremano per i guai di Argentina e Cina). Nell’articolo, Rampini accenna al crollo dell’economia argentina, ai problemi di quella cinese e brasiliana, ma più in generale delle economie dei Brics, Paesi in via di rapido sviluppo che scoprono ora una improvvisa fragilità. «La chiave sta qui negli Stati Uniti. Il mondo intero subisce la marea che si ritira. È la marea artificiale creata dalla Federal Reserve stampando dollari per curare la recessione. Più di 4.000 miliardi di liquidità aggiuntiva, dal 2009 ad oggi. Una terapia estrema che ha funzionato discretamente. Quanto basta perché l’America sia di nuovo in crescita, e quindi la Fed debba tornare alla normalità. Ma l’esaurirsi della “pompa” americana crea sconquassi in ogni altra parte del mondo. I dollari stampati a Washingoton avevano allagato il pianeta, gonfiato bolle speculative da Shangai a Johannesburg, da Istambul a San Paolo […]. Oggi è in atto un movimento inverso. Con la bassa marea i capitali rifluiscono, abbandonando le piazze calde». Servirebbe una pausa di riflessione, accenna Rampini, ma difficilmente la Fed si farà carico dei problemi altrui.

Era ovvio che l’immissione di una tale quantità di soldi virtuali senza alcun piano concordato con altri Paesi avrebbe causato guai. Si è proceduto egualmente in piena autonomia, quella negata, ad esempio ai Paesi Ue, vincolati dai diktat della Budensbank. Che ora, nonostante l’austerity e i sacrifici imposti ai cittadini dei Paesi più fragili, andranno a risentire di questa ulteriore anomalia finanziaria proveniente, ancora una volta, dagli Usa, dopo quella causata dai subprime (e altro). Un’ondata di riflusso che mette a rischio i risultati ottenuti con le lacrime e il sangue (nel senso letterale, basti pensare ai tanti suicidi per indebitamento di questi anni)  dei cittadini dei Paesi della Ue più a rischio, tra i quali, ovviamente, l’Italia.

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