6 Settembre 2022

L'attentato contro l'ambasciata russa di Kabul

L'esplosione ripresa da una telecamere e un particolare della devastazione causata. L'attentato contro l'ambasciata russa di Kabul
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L’attentato all’ambasciata russa di Kabul desta profonda inquietudine. Sei i morti tra cui due diplomatici russi. L’attentato è stato rivendicato dall’Isis e avviene due giorni dopo l’accordo tra Russia e Afghanistan per la vendita di petrolio, grano e gas russo ai talebani che governano il Paese.

L’attentato e le convergenze terroristiche

Un attacco alla Russia, dunque, firmato dal Terrore. Sembra ripetersi un copione già visto in altri conflitti. Il 7 agosto 2018 un reportage dell’autorevole Associated Press rivelava l’inconfessabile alleanza tra le forze americane e il Terrore – al Qaeda e Isis in tal caso – per combattere i ribelli houti dello Yemen.

Il 13 agosto 2019 il professor Alan Kuperman, della lbj School of Public Affairs dell’Università del Texas, sul National Interest documentava in maniera inoppugnabile che i ribelli sostenuti dalla Nato contro Gheddafi non erano altro che miliziani di al Qaeda.

Sotto gli occhi di tutti è stata poi la convergenza tra i Paesi occidentali e le milizie di al Qaeda e dell’Isis nel tentativo sanguinario di rovesciare il governo di Assad. Una convergenza peraltro dichiarata da Abu Mohammad al-Golani – allora leader delle milizie del Terrore che controllano l’enclave siriana di Idlib –  in un’intervista a un media statunitense.

Così a Kabul sembra ripetersi un copione già noto, con il Terrore che cerca e trova convergenze con l’Occidente contro i nemici comuni, in un’alleanza inconfessabile, benché fluida e precaria (Golani dicono sia stato poi ucciso in un raid americano), che però ha effetti più che pratici sul campo, riuscendo a infliggere colpi ferali agli antagonisti degli Stati Uniti, nel caso specifico i russi.

Armi “ucraine” e linee rosse

Sarebbe difficile spiegare ai parenti delle vittime del Terrore di Nizza, di Monaco e di altre mattanze firmate da al Qaeda e dall’Isis la positività di tale convergenza, ma così va il mondo da tempo (si ricordi come la Gran Bretagna usasse i corsari, cioè degli assassini, per assaltare alle navi spagnole e saccheggiarne i tesori).

Tale convergenza, peraltro, ha un altro corno che discende dall’enorme quantità di armi che stanno affluendo in Ucraina e che potrebbero essere rivendute al mercato nero, come allarmava il Daily Mail o Responsible Statecraft e altri o come invece affermano con sicurezza altri ancora. È alquanto inquietante Immaginare l’Isis dotato dei micidiali Javelin, prodotto peraltro facilmente trasferibile.

La bomba di Kabul arriva dopo l’attentato che ha ucciso la figlia di Aleksandr Dugin, azione terroristica della quale gli ucraini negano la paternità, costringendo i loro alleati a smentite alquanto elusive.

È noto il detto francese che recita à la guerre comme à la guerre, ma in tante guerre, sempre nel corso della Guerra Fredda, erano state tracciate delle linee rosse da non superare. Perché se si inizia a debordare da tali limiti, poco a poco se ne infrangeranno inevitabilmente altri, sempre più critici. E in un conflitto che vede contrapposti Paesi dotati di testate nucleari ciò è alquanto folle. Vedremo.

 

 

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