8 Gennaio 2014

L'orrore di Adra (Siria): quei forni che riecheggiano un oscuro passato

L'orrore di Adra (Siria): quei forni che riecheggiano un oscuro passato
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Adra è una cittadina poco importante, ma non per questo le è stato risparmiato l’orrore che dilaga in Siria. Ne racconta Mario Villani, in un articolo pubblicato sul sito Appunti. L’attacco delle milizie islamiste ad Adra, luogo di rifugio per tanti sfollati provenienti da altre zone del Paese, è avvenuto tra il 10 e l’11 dicembre. Un’azione diversiva, che è servita per stornare forze dell’esercito regolare da un’offensiva che stava travolgendo alcune roccaforti degli islamisti. Protagoniste dell’ennesimo orrore siriano le famigerate milizie di Al Nusra e dell’Isis che hanno preso in fretta il controllo della cittadina, praticamente indifesa, uccidendo subito i pochi poliziotti che la presidiavano. Questo il resoconto di Villani: «La prima vittima, dopo i poliziotti, è stato un infermiere della clinica pubblica. Accusato di essere un “collaborazionista”, in quanto dipendente statale, è stato decapitato e la sua testa è stata appesa ad un albero nella piazza del mercato. Successivamente i guerriglieri hanno occupato il forno principale della città e qui sono avvenuti episodi efferati: tutti i nove dipendenti sono stati decapitati e le loro teste sono andate a tenere compagnia a quella dell’infermiere nella piazza del mercato. Quindi i terroristi di al Nusra hanno usato il forno per le loro esecuzioni. Un numero imprecisato di persone, tra cui alcuni bambini, vi sono stati infatti bruciati vivi. 

In altre aree della città elementi armati sono passati di casa in casa rastrellando persone sulla base di liste di proscrizione di cui, come riferisce Russia Today (che ha ascoltato molti testimoni oculari della carneficina) erano in possesso. Dipendenti pubblici e membri delle comunità alauita, cristiana e drusa le principali vittime. A centinaia sono stati ammassati e uccisi, i più fortunati con raffiche di mitragliatrice, altri torturati, mutilati e decapitati, altri ancora, come già detto, condotti al forno e bruciati vivi».

 

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