10 Febbraio 2014

Putin, la Russia e le Olimpiadi di Sochi

Putin, la Russia e le Olimpiadi di Sochi
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In un editoriale pubblicato sulla Stampa del 9 febbraio, Roberto Toscano spiega i motivi dell’importanza che Putin attribuisce alle Olimpiadi che si stanno svolgendo a Sochi, che sono da individuarsi nella volontà di riaffermare la rinascita della potenza russa, che ha subito come un’umiliazione la «fine dell’Urss» e quella parallela del «co-protagonismo con gli Stati Uniti che aveva caratterizzato i decenni del bipolarismo tipico della guerra Fredda». Nell’articolo, Toscano analizza alcuni punti di forza dell’attuale Russia e i tanti punti di debolezza. E conclude: «Nel momento in cui ricordiamo alla Russia con tutta la dovuta fermezza che non sono più ammissibili, soprattutto in Europa, sovranità limitate di sovietica memoria, faremmo però anche bene a riconoscere la necessità di rispettare alcuni suoi legittimi interessi di sicurezza. Che senso ha, ad esempio, schierare in Europa sistemi antimissile che alterano l’equilibrio della mutua deterrenza, e che nessuno può seriamente credere siano davvero intesi, come nella versione ufficiale di Washington, a fronteggiare un molto ipotetico attacco missilistico iraniano?

Per quanto poi riguarda l’Ucraina, Yanukovich – tipico homo sovieticus – non è certo un campione da difendere, ma faremmo bene anche a mantenere forti riserve nei confronti di una non secondaria componente dell’opposizione che punta allo scontro violento e non riconosce i diritti di una parte consistente del Paese (quella russofona e scettica sulle prospettive europee), e dovremmo invece appoggiare soluzioni di compromesso. C’è da augurarsi che a Sochi la Russia ottenga tante medaglie, come i suoi ottimi atleti meritano, e che ridimensioni invece alcuni non giustificati trionfalismi e pretese di potenza. Ma lo farà soltanto se da parte nostra eviteremo di confermare, per mancanza di equilibrio e prudenza, i suoi peggiori sospetti – che non la rispettiamo ed intendiamo approfittarci di ogni suo segnale di debolezza – e soprattutto se eviteremo di umiliare un popolo la cui dignità e il cui orgoglio non dipendono certo da Vladimir Putin».

 

Nota a margine. C’è una grande querelle intorno al dispiegamento di missili Nato nei Paesi dell’Est. Se è vero che il governo di Israele percepisce ancora l’Iran come una minaccia, nonostante la vittoria del moderato Rohani, non si vede perché i sistemi atti a un’eventuale difesa da attacchi iraniani contro lo Stato ebraico debbano essere posizionati in Paesi così poco strategici per la bisogna. Anche per sciogliere questa querelle è fondamentale che sia portato a compimento il processo di distensione iniziato a Ginevra tra Washington e Teheran.

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