20 Marzo 2024

La telefonata Biden-Netanyahu e la macelleria di Gaza

Il tentativo del presidente Usa non sembra che abbia sortito l'effetto di placare la furia scatenata del premier israeliano...
La telefonata Biden-Netanyahu e la macelleria di Gaza
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Telefonata significativa quella tra Netanyahu e Biden di lunedì scorso, perché i due non si sentivano dal 15 febbraio e perché negli ultimi tempi il presidente Usa ha criticato pubblicamente e aspramente il premier israeliano.

Nella conversazione, Biden ha ribadito la sua contrarietà a un attacco su larga scala a Rafah, nel Nord di Gaza, e rassicurato il suo interlocutore che gli Stati Uniti non stanno lavorando per estrometterlo dal potere.

Quest’ultimo chiarimento si era reso necessario dopo la dura presa di posizione del leader dei democratici al Senato, Chuck Schumer, che aveva criticato Netanyahu e chiesto nuove elezioni. Un intervento elogiato da Biden e che aveva attirato la replica piccata del premier israeliano.

A riferire nel dettaglio il contenuto della conversazione è stato il Consigliere per la Sicurezza nazionale Jake Sullivan, che in tal modo ha inteso dire al mondo quanto il pur senile imperatore ha obiettato al suo interlocutore perché non vi fossero interpretazioni di parte come avvenuto in passato.

In sostanza, Biden ha offerto una tregua a Netanyahu in cambio di un accordo su una limitazione delle operazioni di terra a Rafah.

Netanyahu non sembra aver recepito l’appello dal momento che in un incontro a porte chiuse con la Commissione Esteri riferito da Timesofisrael, ha ribadito che l’esercito israeliano entrerà comunque a Rafah, pur acconsentendo alle richieste americane di creare corridoi umanitari e inviare maggiori aiuti ai palestinesi (mera propaganda, ma tant’è).

Netanyahu says he made clear to Biden Rafah ground op crucial to destroying Hamas

Allo stesso tempo, non vuole rompere apertamente. Così ha accettato di inviare una delegazione in America per concordare le modalità dell’operazione. Resta da vedere se e come ciò avverrà e se Netanyahu seguirà le direttrici dell’accordo.

La macelleria di Gaza legata alla sopravvivenza politica di Netanyahu

In attesa che le cose diventino più chiare, appare di interesse l’editoriale odierno del Jerusalem post nel quale si chiede un riallineamento tra il governo israeliano e l’alleato d’oltreoceano – un velato monito a Netanyahu – e si accenna alla possibilità di accedere a una tregua che favorisca la liberazione di parte degli ostaggi.

In particolare, il JP informa che alla delegazione israeliana che sta trattando con Hamas è stato dato mandato di accordarsi su un cessate il fuoco di sei settimane in cambio della liberazione di 40 ostaggi (richieste che ad Hamas potrebbe rigettare, dal momento che da tempo chiede che la liberazione degli ostaggi sia parte di un accordo più ampio per porre fine al conflitto).

Ad oggi, l’unica cosa certa è che la telefonata con Biden ha rafforzato Netanyahu, dal momento che l’aperta rottura dei rapporti avvenuta con le dichiarazioni del presidente Usa e di Schumer è rientrata. Ma la preoccupazione per l’isolamento internazionale che sta provocando la macelleria di Gaza è forte in Israele.

E al momento è l’unico vero freno alla prosecuzione delle operazioni. Lo spiega anche Alon Pinkas su Haaretz, che lamenta la mancanza di chiarezza nella campagna condotta a Gaza, generata dal fatto che Netanayhu ha legato le operazioni belliche e diplomatiche alla sua sopravvivenza politica.

 Israel's Lingering, Aimless War Is a One-way Ticket to International Isolation

E ora, prosegue Pinkas, Israele si trova ad affrontare “molte denunce da parte di agenzie e organizzazioni credibili e serie sulla carestia che attanaglia Gaza, l’UE che accusa Israele di causare deliberatamente la fame, il Segretario di Stato americano che afferma che ‘il 100% della popolazione di Gaza è afflitta da grave e acuta insicurezza alimentare… è la prima volta che ciò viene registrato su un’intera popolazione’ e Catherine Russell, direttrice esecutiva dell’UNICEF, il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia, la quale afferma che il numero di bambini uccisi a Gaza, 13.000, è un ‘numero astronomico terrificante… un tasso di mortalità di bambini mai visto in nessun altro conflitto al mondo…'”.

Infine, Pinkas annota come “nonostante i successi militari ottenuti nel degradare Hamas, questa non è stato distrutta né rovesciata. Ciò richiede diplomazia, non altri bombardamenti”.

Gli aiuti a Kiev e i bambini di Gaza 

Quanto alla macelleria di Gaza riportiamo alcune notizie tratte da al Jazeera. “L’OMS afferma che un numero sempre maggiore di bambini a Gaza rischiano di morire a causa della fame acuta, con i neonati ‘che muoiono semplicemente perché alla nascita non hanno un peso sufficiente’”.

“[…] Secondo l’Ufficio stampa governativo di Gaza, più di 100 operatori umanitari sono stati uccisi e dozzine feriti nella scorsa settimana in otto attacchi compiuti dalle forze armate israeliane” (di ieri, peraltro, la notizia che le forze israeliane hanno ucciso il capo del comitato di emergenza responsabile della distribuzione degli aiuti di Gaza).

“[…] L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) afferma di aver documentato 410 attacchi contro strutture sanitarie a Gaza dal 7 ottobre”.

Per quanto riguarda la fame di Gaza, causata dalle restrizioni imposte agli aiuti dagli israeliani e dalla rescissione da parte dell’Occidente dei finanziamenti destinati all’Unrwa – derivante da una aleatoria denuncia contro 12 dei suoi dipendenti, accusati di aver partecipato all’attacco del 7 ottobre – appare di grande interesse un lancio della Reuters.

US Congress deal bars US funds to UNRWA until March 2025, sources say

Nel riferire che nel Congresso americano si è trovato un accordo per congelare tali finanziamenti fino a marzo del 2025, l’agenzia stampa britannica rammenta che la legge sui finanziamenti all’Ucraina al centro delle attuali controversie – approvata al Senato e bloccata alla Camera – oltre a prevedere fondi anche per Israele e Taiwan contiene anche lo stop ai finanziamenti diretti all’Unrwa.

Una mostruosità: le armi per Kiev verrebbero pagate dalle morti innocenti di Gaza…

 

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