29 Maggio 2019

Il giallo Strache e le elezioni europee

Il giallo Strache e le elezioni europee
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Si stanno dipanando le ombre sullo scandalo Strache, che ha tinto di giallo le elezioni europee. Sarebbe una studentessa bosniaca la ragazza protagonista di un video che ha travolto il leader dell’Fpo e con lui il suo partito.

La fanciulla sarebbe stata ingaggiata da truffatori o da nemici del vice-cancelliere austriaco, intenzionati a incastrarlo, forse per ricattarlo, ma più probabilmente per porre fine alla sua carriera politica (Strache ha parlato di “omicidio mirato”). Sul punto ci sono ancora dubbi, dato che non è ancora chiaro chi abbia tirato le fila della vicenda.

Trappola al miele per Strache

A rivelare il retroscena della trappola al miele è il giornale austriaco Krone, che racconta come due esperti nel settore della sicurezza industriale (uno dei quali ex agente dei servizi segreti) e una immobiliarista abbiano ordito una trappola molto ben studiata.

Attraverso un suo fedelissimo, Johann Gudenus, al quale viene prospettato l’acquisto di un terreno da lui ereditato, prendono contatto col “capo”, col quale vorrebbe incontrarsi appunto la “figlia di un oligarca russo”.

DI Strache conoscono il suo debole per certe bellezze, grazie alle confidenze di una sua ex guardia del corpo, da qui la ricerca della bella bionda, poliglotta e ben addestrata .

L’incontro con Strache avviene nella villa di Ibiza del video, debitamente approntata di videocamere ad alta definizione. Scorrono alcoolici, ma anche droghe per riscaldare l’ambiente e ammorbidire l’interlocutore, al quale la figlia dell’oligarca, la bella Aljona Makarowa, prospetta l’appoggio di un giornale austriaco, del quale sarebbe forte azionista.

L’incontro si svolge nel 2017, ma il filmato rimane segreto, fino a quando, a ridosso delle elezioni, viene venduto alla stampa, che lo ha usato per distruggere il leader del partito che si apprestava a vincere le elezioni.

Carriera politica finita per Strache, ma ora i suoi vogliono vederci chiaro. E stanno indagando. Ad oggi hanno scoperto che la “figlia dell’oligarca” sarebbe un’attrice bosniaca pagata circa 7mila euro al giorno.

E sono iniziati a venir fuori i nomi dei suoi complici. Ma la domanda che si pongono con più insistenza quanti stanno conducendo l’inchiesta è se ci sia qualche servizio segreto dietro l’oscura vicenda, data la raffinatezza della trappola e i soldi che sono stati spesi per farla scattare, una montagna.

Lo scandalo e le elezioni europee

In attesa di ulteriori particolari, semmai arriveranno (in queste cose i rischi sono alti), va notato che il video non ha solo devastato i populisti austriaci, ma ha anche influito sul Parlamento europeo, dato che la variegata compagine cosiddetta populista avrebbe potuto avere una componente austriaca più numerosa (cosa che però non avrebbe ribaltato il rapporto di forze esistente).

Non solo, lo scandalo ha rilanciato con forza, a pochi giorni dalle elezioni, la narrazione che i media di sistema sostengono come un mantra da anni, ovvero che le forza populiste sono un cavallo di Troia della Russia e conservano con essa oscuri rapporti.

Narrazione che si accompagna a quella delle indebite ingerenze russe nelle consultazioni elettorali d’Occidente, denunciate anche stavolta in via preventiva dai media di sistema.

Tutto rilanciato attraverso un video falso, una Fake News propalata senza pudore, dato che non ci voleva molto a capire che la “figlia dell’oligarca” non era tale. Era ovvio che il video era una trappola realizzata da nemici del politico austriaco con apposita messinscena e le finzioni del caso.

Ma pur accedendo alla possibilità che il filmato sia finito in mano a giornalisti affatto ingenui, questi avrebbero dovuto fare le verifiche del caso, come vuole la prassi e la deontologia professionale; e come asseriscono di fare al contrario dei media non mainstream, propalatori di Fake News.

Sarebbe bastata una banale verifica per apprendere che l’oligarca russo Igor Makarov, asserito padre della Aljona, ha un solo figlio, ovviamente maschio…. Insomma, una sporca faccenda, che racconta più di altre quanto avvenuto in queste movimentate elezioni europee.

 

 

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