19 Febbraio 2018

Almeno tu nell'universo

di Massimo Quattrucci
Almeno tu nell'universo
Tempo di lettura: 2 minuti

Almeno tu nell’universo, Mia Martini

Tu, tu che sei diverso

almeno tu nell’universo,

un punto sei, che non ruota mai intorno a me

un sole che splende per me soltanto

come un diamante in mezzo al cuore.

Tu, tu che sei diverso

almeno tu nell’universo!

Non cambierai

dimmi che per sempre sarai sincero

e che mi amerai davvero di più, di più, di più

Nei giorni successivi al Festival di Sanremo (davvero belle le canzoni di questa edizione), non si può non ricordare una delle più belle canzoni passate per il Festival nella sua lunga storia, la meravigliosa Almeno tu nell’universo interpretata da Mia Martini.

Un testo come non se ne sentono forse più e un’interpretazione indimenticabile, parole e voce che arrivano dritti al cuore di chi ha la fortuna di ascoltarle.

E restano negli anni. Come a dimostrare che quando si parla con sincerità di pezzi di vita, della solitudine, dell’amore, dello stupore per qualcosa che colpisce e che resta nel cuore, tanto da desiderare, da chiedere che cresca sempre di più, allora il tempo non scolorisce la bellezza di questo piccolo diamante giunto fino a noi.

Nella struttura di questa meravigliosa canzone colpisce la natura musicale, diversa di strofa e ritornello. La strofa è musicalmente imprevedibile, ha una struttura e un’armonia non lineare, tendente a “scendere” e sviluppa una specie di senso di irrequietudine, di attesa quasi “febbricitante”.

Il ritornello, invece, è di senso opposto: l’armonia è più lineare e sviluppa delle “salite”, come una specie di preghiera rivolta verso l’alto, un ritornello che sembra non voler finire mai “di più, di più, di più…”.

Strana la storia di questa canzone rimasta nel cassetto degli autori, Bruno Lauzi e Maurizio Fabrizio, un po’ per caso un po’ per scelta, per ben diciassette anni.

E così dal 1972, anno in cui la canzone è stata scritta, si arriva a Sanremo, edizione 1989, quando finalmente Mia Martini la presenta al Festival. Non vince, nonostante sia di gran lunga la più bella canzone in gara, tanto che rimarrà nella storia della canzone italiana. Riceverà il Premio della Critica, quasi una scusa per la vergognosa classifica, un riconoscimento che in seguito prenderà proprio il suo nome.

Altri si sono cimentati con quel testo, non certo per tentare di emulare un’interpretazione che rimarrà per sempre unica, dal momento che quella canzone “è” Mia Martini. Anzi, il riproporlo, per tanti, è stato un riconoscimento ulteriore alla cantante, un omaggio doveroso a una interprete senza pari.

Difficile trovare tra le nostre canzoni un testo così bello, semplice e umano e una musica così commuovente, intima, anche senza le parole, come nella bellissima versione di Paolo Fresu e Danilo Rea che trovate nel link.

Lasciamo invece a Francesco De Gregori il ricordo di chi ha dato voce ad Almeno tu nell’universo in maniera così meravigliosa e vera, Mia Martini, attraverso le note e le parole di Mimì sarà, a lei dedicata.

Mia Martini – Elisa – Paolo Fresu e Danilo Rea – Mina – Mimì sarà, Francesco De Gregori

 

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